Descrizione
Le origini di questo oratorio (ante 1573, costruzione attuale del XVII secolo) possono essere ricondotte alla predicazione itinerante dei frati minori dell’osservanza francescana, detti “zoccolanti”, i quali erano soliti fondare delle “casette” sul territorio di cui resta una probabile traccia nella presenza di una piccola camera sopra il primitivo oratorio dei Santi Bernardino e Marta e destinata «precario nomine tantum» all’uso dei confratelli di San Bernardino [Bruno 2001, p. 145].
L'oratorio si trova nel centro cittadino di Crevacuore, non troppo distante dalla chiesa parrocchiale; essa è orientata su asse nord-sud con abside rivolto a meridione. La facciata si configura in stile barocco pertanto risulta essere molto adorna di elemento decorativi. La facciata presenta due paraste e due lesene doriche che sorreggono i lati della facciata, con capitelli in ordine dorico, ed una trabeazione leggermente modanata.
La confraternita doveva anticamente essere intitolata a Santa Marta cui in seguito fu aggiunto con probabile funzione antieretica la figura del francescano Bernardino da Siena, beatificato nel 1450, già predicatore in Vercelli.
Dopo aver avuto una primitiva sede all’interno della chiesa parrocchiale, e presso l’altare di San Bernardino, la confraternita acquisì l’oratorio dei Santi Bernardino e Marta.
Alla metà del XVII secolo, utilizzando come materiale da costruzione parte delle mura cittadine, l’oratorio antico venne alienato (1647) e, nelle sue immediate vicinanze fu costruito un nuovo edificio che venne rapidamente portato a termine.
A partire dal 1723, l’edificio dell’oratorio cominciò ad essere ampliato e come materiale da costruzione vennero utilizzate anche parte delle pietre delle mura cittadine.
All’epoca la Confraternita disponeva già di fondi molto consistenti e poteva permettersi di affidare i lavori a maestranze assai esperte valsesiane, biellesi e "luganesi" (così venivano definiti non solo coloro che provenivano dal Canton Ticino, ma da tutta la zona intorno alla parte settentrionale dei laghi Maggiore e di Como).
I documenti per realizzare il rifacimento dell’edificio testimoniano come i vari mastri, di diversa provenienza, fossero in competizione tra loro e disposti ad offrire prezzi ribassati pur di ottenere l’appalto.
Questo sembra non aver favorito una costruzione unitaria: la cappella sinistra venne realizzata dai fratelli Billia di Andorno, ma i documenti citano anche i Magnano, sempre di Andorno, i mastri valsesiani Molino e Fontana, quelli luganesi Scolaro, Pela e Orrigone, spesso presenti nel cantiere contemporaneamente. I lavori svolti tra il 1723 e il 1739 riguardano il fianco sinistro con il campanile e la cappella dedicata a Santa Lucia della quale restano solo i muri perimetrali, comunque abbastanza compromessi.
Il bellissimo organo risale al 1742.
Tra il 1747 e il 1749 il mastro Paolo Scolaro di Marchirolo provvide all’ampliamento della sacrestia e alla realizzazione della cappella laterale destra, dedicata alla Madonna degli Angeli. Al nuovo altare viene ascritta la Società della Madonna del Cordone di San Francesco. Il rifacimento del coro avvenne tra il 1752 e il 1758. I lavori furono affidati ai fratelli Antonio e Bernardino Fontana di Rossa e al mastro Giovanni Antonio Magnano di Andorno, con l’obbligo di seguire i disegni del Reverendo Padre Romualdo Agostiniano Scalzo. L’ampliamento fu consistente perché lo spazio dell’antico coro oggi corrisponde soltanto al presbiterio. Saggiamente, i materiali ricavati dalla demolizione del vecchio coro furono recuperati e inseriti nella costruzione di quello nuovo.
Mancano indicazioni sull’autore dell’altare, realizzato nello stesso periodo.
All’epoca la Confraternita disponeva già di fondi molto consistenti e poteva permettersi di affidare i lavori a maestranze assai esperte valsesiane, biellesi e "luganesi" (così venivano definiti non solo coloro che provenivano dal Canton Ticino, ma da tutta la zona intorno alla parte settentrionale dei laghi Maggiore e di Como).
I documenti per realizzare il rifacimento dell’edificio testimoniano come i vari mastri, di diversa provenienza, fossero in competizione tra loro e disposti ad offrire prezzi ribassati pur di ottenere l’appalto.
Questo sembra non aver favorito una costruzione unitaria: la cappella sinistra venne realizzata dai fratelli Billia di Andorno, ma i documenti citano anche i Magnano, sempre di Andorno, i mastri valsesiani Molino e Fontana, quelli luganesi Scolaro, Pela e Orrigone, spesso presenti nel cantiere contemporaneamente. I lavori svolti tra il 1723 e il 1739 riguardano il fianco sinistro con il campanile e la cappella dedicata a Santa Lucia della quale restano solo i muri perimetrali, comunque abbastanza compromessi.
Il bellissimo organo risale al 1742.
Tra il 1747 e il 1749 il mastro Paolo Scolaro di Marchirolo provvide all’ampliamento della sacrestia e alla realizzazione della cappella laterale destra, dedicata alla Madonna degli Angeli. Al nuovo altare viene ascritta la Società della Madonna del Cordone di San Francesco. Il rifacimento del coro avvenne tra il 1752 e il 1758. I lavori furono affidati ai fratelli Antonio e Bernardino Fontana di Rossa e al mastro Giovanni Antonio Magnano di Andorno, con l’obbligo di seguire i disegni del Reverendo Padre Romualdo Agostiniano Scalzo. L’ampliamento fu consistente perché lo spazio dell’antico coro oggi corrisponde soltanto al presbiterio. Saggiamente, i materiali ricavati dalla demolizione del vecchio coro furono recuperati e inseriti nella costruzione di quello nuovo.
Mancano indicazioni sull’autore dell’altare, realizzato nello stesso periodo.
Tra la Confraternita dei Santi Bernardino e Marta e il pittore Lorenzo Peracino di Cellio, uno tra i maggiori pittori valsesiani di tutti i tempi, venne stipulata una convenzione il 4 maggio 1755, per affrescare interamente il coro e il presbiterio della nuova fabbrica.
Il 7 maggio 1755, benché i lavori non fossero ancora ultimati, l’artista preparò il progetto, ma ci vollero tre anni prima di poter iniziare a dipingere.
La scelta di avvalersi dell’opera di un artista di alto livello, senza badare all’entità della spesa, rivela l’intenzione della Confraternita dei Santi Bernardino e Marta di non essere da meno rispetto al Santuario e alla Parrocchiale, con i dipinti degli Orgiazzi, ma soprattutto rispetto alla Confraternita della Trinità che pochi anni prima aveva chiamato un altro artista valsesiano, il Borsetti, a dipingere il proprio oratorio di San Sebastiano.
Lorenzo Peracino eseguì tutto il lavoro nell’estate del 1758.
Dal documento, al punto 4, risulta che tutto il muro laterale del presbiterio, dal cornicione in giù e fino a terra, in un’architettura alla moderna (quindi in continuità con quella del coro) si doveva dipingere una cantoria per parte con diverse figure che suonano vari strumenti.
Successivamente la committenza ha imposto dei cambiamenti, chiedendo all'artista di rappresentare episodi della vita di Maria.
La scelta di avvalersi dell’opera di un artista di alto livello, senza badare all’entità della spesa, rivela l’intenzione della Confraternita dei Santi Bernardino e Marta di non essere da meno rispetto al Santuario e alla Parrocchiale, con i dipinti degli Orgiazzi, ma soprattutto rispetto alla Confraternita della Trinità che pochi anni prima aveva chiamato un altro artista valsesiano, il Borsetti, a dipingere il proprio oratorio di San Sebastiano.
Lorenzo Peracino eseguì tutto il lavoro nell’estate del 1758.
Dal documento, al punto 4, risulta che tutto il muro laterale del presbiterio, dal cornicione in giù e fino a terra, in un’architettura alla moderna (quindi in continuità con quella del coro) si doveva dipingere una cantoria per parte con diverse figure che suonano vari strumenti.
Successivamente la committenza ha imposto dei cambiamenti, chiedendo all'artista di rappresentare episodi della vita di Maria.
L'oratorio si trova nel centro cittadino di Crevacuore, non troppo distante dalla chiesa parrocchiale; essa è orientata su asse nord-sud con abside rivolto a meridione. La facciata si configura in stile barocco pertanto risulta essere molto adorna di elemento decorativi. La facciata presenta due paraste e due lesene doriche che sorreggono i lati della facciata, con capitelli in ordine dorico, ed una trabeazione leggermente modanata.
Al centro è posta la porta d’ingresso alla chiesa, con due battenti in legno, sormontata da una cornice triangolare arricchita con stucchi ed affreschi. Dalla trabeazione, in particolare dalle paraste sottostanti, inizia il secondo livello con paraste e lesene più piccole ma sempre in corrispondenza delle altre. Paraste e lesene con fusto scanalato e con capitello dorico, le pareti laterali sono decorate con nicchie, abbellite con cornici in rilievo, contenenti due statue che raffigurano santa Marta, a destra, e san Bernardino da Siena, a sinistra. Al centro è posta una finestra mistilinea con vetri policromi. La trabeazione termina con un ricco fregio decorato a motivi vegetali, sormontato dal timpano, completamente affrescato.
L’interno della chiesa si presenta ad aula unica con due cappelle laterali, le pareti sono costituite da una serie di paraste di ordine corinzio, con fusti affrescati. Le volte a botte sono affrescate, in particolare quelle della volta del presbiterio e la cupola nella parte absidale, che riportano un affresco completamente intatto. Le lunette delle volte sono parzialmente finestrate, come anche le pareti delle cappelle laterali. Il presbiterio si differenzia dall’aula in quanto vi è una balaustra in marmo, che è anche leggermente rialzata. L’altare è posto al centro e dietro è disposto un coro ligneo finemente decorato.
Le pareti laterali, la volta del presbiterio e la cupola dell’abside sono completamente affrescati, inoltre la parete di fondo è completata da una pala racchiusa in un edicola con colonne doriche ed un frontone spezzato decorato con stucchi. Il campanile della chiesa è posizionato all’interno della sacrestia sul lato sinistro.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Piazza Vittorio Emanuele |
Mappa
Indirizzo: Piazza Vittorio Emanuele, 1, 13864 Crevacuore BI
Coordinate: 45°41'10,9''N 8°14'55,4''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Galleria fotografica
Modalità di accesso
Ingresso da Piazza Vittorio Emanuele, 1
Aperta quotidianamente